L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
, peccaminoso e mortale che connota molte opere d’arte antica. Secondo Karl Rosenkranz, che fu discepolo di Hegel e che fu il primo a legittimare
Pagina 104
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
che esista un bello universale, valido per tutti, è possibile fu la posizione di Kant e di Hegel ma è anche sempre più difficile da sostenere. Questa
Pagina 104
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
anni Cinquanta e Sessanta fu ministro della Cultura del governo De Gaulle, «il capolavoro non mantiene un monologo sovrano, impone il dialogo
Pagina 109
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
dall'autoritarismo implicito nel pensiero sovietico e da una sua possibile estensione in Europa. La strategia fu quella di foraggiare i soggetti più
Pagina 119
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
colse in alto mare, mentre navigava indifeso su un guscio a vela di pochi metri: l’imbarcazione fu ritrovata dopo quasi un anno, al contrario del corpo
Pagina 129
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
. Quest’ultimo, nel 1952, fu sede di quello che è stato indicato come il primo happening, ancor prima che Allan Kaprow coniasse il termine nel 1959, e
Pagina 18
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
dell’artista. Ognuno di quei cumuli è misurato in base al peso che fu quello di Gonzàlez-Torres e per questo diventa un suo ideale autoritratto
Pagina 18
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
Possiamo individuare tre momenti più intensi di altri. Un primo momento fu l’epoca delle avanguardie, che nacque con il Cubismo delle Demoiselles
Pagina 24
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
. In entrambi gli autori, l’indagine introspettiva fu così profonda da condurre a tragici risvolti esistenziali: Pollock. il cui disagio confluì nell
Pagina 27
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
un'attitudine «selvaggia», intrisa di drammaticità e culminante in una rappresentazione gestuale e piena di pathos, l’altro centro propulsore fu l’Italia
Pagina 30
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
illuminista; non a caso fu solo nel Settecento di Rousseau che si iniziò a prestare attenzione ai metodi educativi, quelli con cui, appunto, si plasmavano le
Pagina 31
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
nelle teorie e nelle pitture che riguardano la prospettiva centrale, da Leon Battista Alberti a Piero della Francesca. In età moderna fu Paul Cézanne
Pagina 32
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
Graham, fu resa di nuovo attuale dal filosofo Richard Wollheim circa un trentennio dopo. In un articolo pubblicato sulla rivista americana «Art
Pagina 33
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
progettuale, in un’idea che può restare immateriale. Fu così che sculture e quadri si smaterializzarono in tracce, testimonianze e intenzioni
Pagina 34
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
alla collettività fino a quando il modello di produzione fu rurale, venne preferibilmente personalizzato dopo che il modello di successo economico
Pagina 40
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
ha messo in rilievo Cornelia Lauf in un saggio del 2011. Uno dei primi artisti a rilasciare questo tipo di attestati fu Piero Manzoni, quando, nel
Pagina 41
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
si tenevano al Bauhaus, dove fu professore, Paul Klee si esercitò con acquarelli fatti di soli caratteri.
Pagina 44
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
leganti, dalla gamma cromatica standard, fu una rivoluzione che fece diventare una scelta e non più una necessità le abilità artigianali necessarie
Pagina 50
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
emettono rumori una composizione musicale che fu l’atto più radicale con cui si potesse comunicare quanto i procedimenti dell’arte si stessero discostando
Pagina 59
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
della riproducibilità». Certo però sbagliare è facile. Anche un occhio appuntito come quello di Robert Hughes, che fu per anni la penna caustica del
Pagina 62
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
, come se tra le due cose ci fosse una differenza etica spiccata. Ma fu Peggy e non Hilla a cambiare il corso dell’arte americana. A partire dagli
Pagina 68
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
intellettuale: da Guillaume Apollinaire ad André Breton, da Kasimir Malevic e Filippo Tommaso Marinetti a Marcel Duchamp, che fu anche tra i maggiori
Pagina 74
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
Greenberg fu soprattutto uno scrittore, ciò che oggi si definisce un art writer, il fatto di avere individuato un movimento lo trasformò in un modello da
Pagina 75
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
(1936-2008), che fu al contempo un artista; il curatore di retrospettive molto precoci nel comprendere l'importanza dell’autore, come quella che dedicò a
Pagina 76
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
. Chambre d'amis non fu soltanto uno dei primi esempi di mostra a tappe, dove al visitatore era richiesto di intraprendere un pellegrinaggio paziente
Pagina 76
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
, Gustave Courbet organizzò una collettiva intitolata Le Réalisme, che iniziò un'epoca nuova in pittura. Nel 1873, fu la volta del fotografo Nadar, che lasciò
Pagina 79
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
La Prima Fiera Internazionale Dada, che inaugurò a Berlino nel luglio 1920, fu organizzata e messa in scena da George Grosz, Raoul Hausmann, John
Pagina 79
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
condanna moralistica verso l’Aids, incominciando con quell’anti-Biennale del Whitney Museum che fu, nel 1985, la rassegna chiamata provocatoriamente
Pagina 80
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
cui collezione, una delle più grandi e prestigiose al mondo, fu ceduta in gran parte allo Stato spagnolo nei primi anni Novanta (da qui nacque il
Pagina 83
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
Insieme alle collezioni aziendali è nata la figura del consulente, un critico-curatore che inizialmente era un personaggio sofisticato come lo fu
Pagina 85
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
smascherato ossessioni e difetti. Ciò non toglie che fu una manna dal cielo per Venezia e il ricco museo che porta il suo nome.
Pagina 89
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
contraria alla mercificazione. Si pensi che Bas Jan Ader, artista olandese che fu un ribelle già dagli anni di scuola, secondo il suo compagno di studi Ger
Pagina 91
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
scomparsa, le fu ridato corpo per esigenze commerciali, proprio attraverso le testimonianze video e fotografiche e i frammenti che l'artista lasciava
Pagina 92
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
talenti come Keith Haring, Jean-Michel Basquiat e Kenny Scharf. Fu così che un'arte originariamente nata senza alcuno scopo né valore commerciale si
Pagina 93
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
scopa via un paio di statue cubiste, un collage dadaista e dei quadri espressionisti. Non fu solo uno scherzo, dal momento che davvero, nel 1937, tutta
Pagina 96
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
Può addirittura accadere, come fu per Richard Serra prima che iniziasse a realizzare le sue monumentali strutture in acciaio corten, che un’intera
Pagina 99